TRANSFERRINA CARBOIDRATO DEFICIENTE O CARBOHYDRATE-DEFICIENT
TRANSFERRIN (CDT)
E' ormai consolidato dalla letteratura scientifica l'utilizzo della transferrina quale marcatore di abuso alcolico, tanto da essere un elemento importante del giudizio di idoneità alla guida, scopo per il quale per la maggior parte dei casi viene richiesta l'analisi; poiché l
'articolo 186 del Nuovo Codice della Strada vieta la guida in stato di intossicazione da alcol, la dia gnosi di abuso alcolico entra fortemente nelle pratiche di ritiro e revisione delle patenti di guida. Nonostante la transferrina carboidrato carente è un ottimo marcatore biochimico, c'è ancora una zona grigia per quel che riguarda i metodi di dosaggio.
Vi è attualmente un generale accordo sul fatto che deve considerarsi critica, ai fini di abuso alcolico, una quantita di alcol pari a 60-80 g/die assunta per 10-15 giorni, quantità considerata critica anche per le cirrosi alcol correlate.Tuttavia, ad oggi, l'esatto meccanismo mediante il quale l'uso eccessivo di alcol etilico determini l'aumento delle glicoforme carboidrato-carenti della transferrina non è ancora completamente compreso.
Secondo la letteratura piu recente si tratta di un processo complesso che coinvolge sia il trasporto intracellulare di proteine che l'attivita enzimatica della glicosilazione piuttosto che della sintesi della catena proteica. Vi sono inoltre evidenze secondo cui la concentrazione di CDT aumenta, pur rimanendo entro i comuni limiti di normalità, anche in caso di moderato consumo di bevande alcoliche.
Per la conferma della CDT "presumibilmente positiva" viene utilizzata la tecnica di cromatografia liquida ad alta risoluzione (HPLC). Il campione, dopo saturazione del ferro, viene iniettato in una colonna scambio anionica a temperatura controllata (25°C) eluito attraverso una fase mobile a gradiente lineare ottenuto con quattro soluzioni tampone Bis-Tris a pH differenti.La rilevazione avviene attraverso un rilevatore UV Vis a 460 nm. Vengono eluite le diverse frazioni e la quantificazione avviene attraverso il rapporto tra l'area della frazione di interesse e l'area totale che corrisponde alla transferrina totale. I tempi di analisi, nel metodo originale si aggirano sui 20 minuti, ma kit oggi in commercio, che hanno in parte migliorato il metodo originale permettono di analizzare un campione ogni 8-10 minuti con coefficienti di variazioni estermamente contenuti (<5%) delle frazioni di interesse. Questo implica che situazioni patologiche che influiscono sulla lettura a 200-210 nm dell'elettroforesi capillare come gammopatie monoclonali non danno interferenze. Le separazioni delle frazioni normali o varianti, presentano una risoluzione che permette di individuare senza alcun dubbio la presenza di assetti "diversi", anche se in alcuni casi una accurata quantificazione non è possibile. In casi di frazioni "sospette" è bene completare l'analisi utilizzando la tecnica dell'immunosottrazione che differenzia le frazioni transferriniche .
Secondo le linee guida americane pubblicate nel 1995 dal Center for Nutrition Policy and Promotion, il consumo di alcol puo essere classificato come segue: Consumo moderato :
- 1 bicchiere* al giorno per le donne;
- 2 bicchieri al giorno per gli uomini.
(<30 g di etanolo/die) Consumo non moderato: tra 30 e 60 g di etanolo al giorno; Abuso: 60 g di etanolo al giorno.
La concentrazione serica di CDT si riduce a seguito dell'astinenza da alcol etilico con un'emivita media di circa 14 giorni. Nell'interpretare i parametri di efficienza diagnostica è dimostrato che sensibilita, specificità, valore predittivo positivo e negativo possono subire variazioni nell'ordine del 12% quando si utilizzano diversi metodi per la misura della CDT. La sensibilita diagnostica della %CDT, come indicatore di consumo cronico di alcol, e legata ad alcuni fattori come l'eta, la massa corporea, il sesso e le abitudini verso l'alcol e il fumo. In generale quando si confrontano popolazioni costituite una da alcolisti all'inizio del trattamento e l'altra da bevitori occasionali (i cosiddetti bevitori sociali) la sensibilità varia dal 70 al 90%. Quando invece si paragonano bevitori occasionali con pazienti che si rivolgono al medico di medicina generale o a specialisti, la sensibilita varia da 40 al 60%. I protocolli sperimentali dovrebbero tenere conto dell'emivita della CDT (circa due settimane), della quantita di alcol assunto, dell'arco temporale e dalla modalita di assunzione poichè è dimostrato che se l'assunzione è quantitativamente modesta ma protratta nel tempo (almeno 3 settimane) la CDT aumenta, mentre per forti assunzioni, ma limitate nel tempo, la CDT potrebbe non variare significativamente. La CDT non viene influenzata dall'utilizzo di farmaci.
Numerosi studi pubblicati hanno valutato la specificita diagnostica della CDT: essa è pari all' 83.6 e 94.2% nell'uomo con e senza danno epatico è rispettivamente al 96.9 e 91.9% nella donna. L'uso clinico della CDT è stato provato nei trattamenti di disintossicazione da abuso alcolico dove questo indicatore, determinato longitudinalmente, si e dimostrato superiore alla GGT e all'MCV nell'identificazione delle ricadute (64-65), nella identificazione della pancreatite alcol correlata (66-68) e dell'epilessia alcol correlata (69-70) nonche nella diagnosi di emorragia intracranica alcol correlata.
E' inoltre ben noto come la CDT sia il piu tipico indicatore delle CDGs, un gruppo di gravi patologie neurologiche caratterizzate da difetti genetici della glicosilazione proteica.
Recenti studi indicherebbero alterazioni della CDT in altre patologie della glicosilazione come la malattia ostruttiva polmonare cronica o chronic obstructive pulmonary disease (COPD) o in patologie in cui l'attivita dell'enzima neuroaminidasi e aumentata, (es: malattie settiche). Un aumento della CDT è stato ipotizzato nella anoressia nervosa. In realta, successivamente, mediante l'impiego di tecniche analitiche separative, è stato dimostrato che nei soggetti affetti da anoressia nervosa la concentrazione delle glicoforme CDT alcol correlate rimaneva normale, mentre si assisteva ad un aumento della trisialo-Tf. Una interessante applicazione del dosaggio della CDT viene riportato da Arndt e al., il quale ipotizza la fusione disialo-trisialotansferrina quale possibile e promettente marcatore di cirrosi epatica.
Mancando uno standard di riferimento internazionale, la quantificazione della CDT non fornisce un valore numerico confrontabile in termini di misura assoluta. Il gruppo di studio dell'IFCC raccomanda di calcolare la CDT come rapporto percentuale rispetto alla transferrina totale (%CDT), per compensare falsi positivi o falsi negativi legati rispettivamente ad alti o bassi valori di transferrina totale.
I laboratori clinici, sulla base delle specifiche situazioni operative, potranno adottare le metodologie che meglio si prestano a documentare l'esattezza, la riproducibilita e l'affidabilita dei risultati forniti.
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